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MILANO - ROMA - VERONA

L’importanza della motivazione nel procedimento disciplinare: Sanzione Annullata

L’importanza della motivazione nel procedimento disciplinare: Sanzione Annullata

L'importanza di una chiara motivazione nell’ambito del procedimento finalizzato all’irrogazione di sanzioni disciplinari dei militari e delle forze di polizia non può essere sottovalutata. Lo Studio Legale degli avvocati Maiella e Carbutti, grazie alla profonda esperienza maturata in materia di diritto militare, ritiene opportuno analizzare una recente sentenza ammnistrativa che ha accolto un ricorso avverso una sanzione disciplinare proprio in ragione della carenza di motivazione. La legge 241 del 1990 ha posto la motivazione al centro dei provvedimenti amministrativi, diventando essenziale soprattutto nel contesto delle sanzioni disciplinari rivolte ai militari. Una recente sentenza, che ha visto l'accoglimento del ricorso avverso una sanzione disciplinare, mette proprio in evidenza l'importanza della corretta motivazione nella contestazione degli addebiti che si riverbera nell’intero procedimento fino all’annullamento della sanzione disciplinare irrogata. 

 

BREVE DESCRIZIONE DEL FATTO

Un militare dell'Arma dei Carabinieri aveva ricevuto dal Questore un ammonimento, imputandogli "atteggiamenti molesti" nei confronti della sua ex compagna. Non concordando con tale provvedimento, il militare ha avanzato un ricorso gerarchico al Prefetto, che tuttavia è stato respinto. Non arrendendosi, ha poi chiesto l’annullamento dell’ammonimento al T.A.R.

Mentre questa controversia era in corso, il Comandante di corpo del militare, ha sollecitato il ricorrente a presentare memorie difensive relative al suo comportamento nella vicenda oggetto di ammonimento. Di conseguenza, al militare, è stata irrogata una sanzione disciplinare della "Consegna di tre giorni" per i presunti "comportamenti molesti".

Nonostante un ulteriore ricorso gerarchico da parte del militare la sanzione è stata confermata ed il ricorso è stato rigettato. Tuttavia, il T.A.R., presso il quale era pendente il ricorso avverso l’ammonimento, ha successivamente accolto la richiesta cautelare del ricorrente, sottolineando che alcune delle azioni che gli erano state attribuite non erano in corso quando è stata presentata la richiesta di ammonimento al Questore. Seguendo questo sviluppo, il T.A.R. ha deciso di annullare l'ammonimento e gli altri provvedimenti correlati, mettendo in evidenza le irregolarità procedurali e le incoerenze temporali riguardanti le accuse rivolte al militare.

In risposta alla sentenza del T.A.R., il ricorrente ha chiesto una revisione della sua sanzione disciplinare. Il Comandante di Corpo ha quindi riconfermato la sanzione disciplinare. Nonostante ciò, il militare ha chiesto un accesso agli atti, e, pur ottenendolo, non sono emerse nuove evidenze o dettagli. Così il militare ha presentato un nuovo ricorso gerarchico contro l'ultimo provvedimento, sottolineando diverse presunte violazioni procedurali e sostanziali nel suo trattamento. Il ricorso è stato però rigettato costringendo il militare a ricorrere al TAR.

 

LA SENTENZA

Il ricorso al TAR si basava su vari motivi, tra cui violazioni di legge, eccesso di potere, arbitrarietà, genericità nella contestazione degli addebiti e violazione di principi processuali.

L'Amministrazione si è opposta, sostenendo che il ricorso fosse infondato. Dopo uno scambio di memorie e repliche, la causa è stata trattenuta in decisione.

In primo luogo, la sentenza ha rilevato che è essenziale identificare con precisione i fatti contestati per garantire un adeguato diritto di difesa. Se emergono fatti gravi, questi devono essere chiaramente definiti nelle loro modalità essenziali. Inoltre, ogni sanzione deve basarsi su un'effettiva condotta antigiuridica che meriti una reazione da parte dell'Amministrazione.

Il provvedimento disciplinare, traendo origine dal già menzionato provvedimento di ammonimento, successivamente annullato dal T.A.R., avrebbe dovuto portare anche alla caducazione della sanzione disciplinare. Tuttavia, l'Amministrazione militare ha confermato la sanzione, modificando le motivazioni ma mantenendo sostanzialmente gli stessi contenuti e giudizi, rendendola così illegittima proprio per carenza di motivazione.

 

CONCLUSIONI

La complessità e la specificità delle dinamiche legate alle sanzioni disciplinari nel contesto militare non sono da sottovalutare. Dal fatto analizzato, emerge chiaramente l'importanza di una difesa informata e consapevole. Mentre è vero che i ricorsi gerarchici possono essere presentati direttamente dal militare interessato e redatti da chiunque, questo non significa che sia la scelta più sagace. La legge è chiara: i vizi non dedotti nel ricorso gerarchico non possono essere successivamente presentati al TAR. Pertanto, un passo sbagliato o una mancata indicazione possono precludere per sempre l’ottenimento dell’annullamento della sanzione disciplinare. Se, per esempio, il militare non avesse rilevato la carenza di motivazione nel suo ricorso gerarchico, una violazione chiaramente ricadente nell'ambito dell'eccesso di potere e non nella mera valutazione del merito, avrebbe visto svanire la possibilità di ottenere giustizia davanti al TAR. Tutto ciò sottolinea quanto sia fondamentale affidarsi a un avvocato specializzato in diritto amministrativo e quindi in diritto militare. Solo un professionista esperto può garantire che ogni dettaglio, ogni violazione e ogni potenziale vizio vengano adeguatamente e tempestivamente rilevati, assicurando che la causa venga condotta con le migliori probabilità di successo.

 

COME CONTATTARE GLI AVVOCATI MAIELLA E CARBUTTI

Lo studio legale degli avvocati Maiella e Carbutti, grazie all’esperienza maturata nel settore del diritto militare in generale, del Diritto Penale Militare e delle sanzioni disciplinari in particolare, può fornire assistenza sia nei procedimenti penali che disciplinari. Infatti, per un militare diventa fondamentale farsi assistere da un avvocato che tratti la specifica materia del diritto militare proprio in ragione della particolarità di tale disciplina e degli effetti che qualunque evento della vita provata possa avere sul servizio.

 

Va ricordato altresì che gli avvocati Maiella e Carbutti possono offrire assistenza e tutela legale nel procedimento disciplinare di stato ai sensi del comma 3 bis dell’art. 1370 del D. Lgs. 66 del 2010 secondo il quale “Nei procedimenti disciplinari di stato il militare inquisito, in aggiunta al difensore di cui ai commi 2 e 3, puo' farsi assistere, a sue spese, anche da un avvocato del libero foro”.

 

COME CONTATTARE GLI AVVOCATI MAIELLA E CARBUTTI

Per assistenza o per fissare una consulenza, CONTATTA subito lo Studio Legale degli Avvocati Maiella e Carbutti all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , al numero 351-8799894 (avv. Maiella) oppure al numero 345-2238661 (avv. Carbutti) . 

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